Se il disagio psichico è basato su un complesso di fattori sociali e psicologici, non può essere sufficiente la terapia farmacologica per dare all’utente le risposte di cui ha bisogno. Ascolto e dialogo risultano essere ancora profondamente carenti nel processo di approccio terapeutico, eppure non si può più negare l’insostituibilità della parola, e della persona, rispetto alla centralità del farmaco.
E’ questa la tesi avanzata nel libro “Il potere della parola. La carenza dialogica nelle relazioni tra utenti e operatori nell’istituzione psichiatrica” a cura di Sara Manzoli, edito da Sensibili alle foglie. Il libro, che sarà presentato in un incontro promosso da Legacoop Estense e Cooperativa sociale Aliante presso Lo Spazio Nuovo (Via IV Novembre, Modena) il 22 ottobre 2021 alle ore 16.00 nell’ambito di Màt, riporta l’esperienza condotta in un cantiere di socioanalisi narrativa svolto con persone che fanno riferimento al servizio di salute mentale di Modena e di Carpi; gli ambiti presi in considerazione sono i ricoveri psichiatrici, i dispositivi di controllo che vengono applicati nei contesti residenziali, la terapia farmacologica, lo stigma. Da questa esperienza risulta evidente la “carenza dialogica”, elemento invece fondamentale per arrivare ad una vera condivisione del percorso terapeutico, anche in relazione al ruolo degli operatori della cooperazione sociale, che sono fortemente implicati in questo rapporto.
“Abbiamo voluto promuovere questo incontro nell’ambito di Màt – spiega Catia Toffanello, Responsabile cooperative sociali di Legacoop Estense –perché fra i compiti originari della cooperazione sociale, accanto all’emancipazione, accanto alla cura in prima persona di chi si trova in condizioni di fragilità, c’è un fondamentale ruolo educativo, di sensibilizzazione sui temi della salute mentale e di lotta al pregiudizio che colpisce chi soffre di disagio psichico.”