BOLOGNA, INNOVAZIONE, GENDER E LEGALITÀ E 239 NUOVI POSTI DI LAVORO: IL BILANCIO 2021 DI SOCIETÀ DOLCE

 

Dopo due anni di pandemia, l’assemblea per l’approvazione del bilancio di Società Dolce torna in presenza, con 78 soci, cui si aggiungono i 57 che si sono collegati per le assemblee territoriali.

E non è l’unico motivo di soddisfazione, per la cooperativa sociale di servizi alla persona, che si pone tra le dieci maggiori realtà del settore a livello nazionale, con un valore della produzione di oltre 105 milioni di euro, il +14% rispetto al 2020.

Il valore aggiunto netto prodotto nell’esercizio 2021 è aumentato del 19% rispetto all’esercizio 2020, ritornando in linea con l’esercizio 2019, prima della pandemia da Covid-19. I dati presentati mostrano una realtà solida, che dal Covid-19 ha preso la spinta verso l’innovazione e territori inesplorati, risultati vincenti.

Come i 4,4 milioni di euro di obbligazioni quotate sul Segmento ExtraMOT PRO3 del Mercato ExtraMOT di Borsa Italiana S.p.A. e le azioni di socio finanziatore sottoscritte da Coopfond e General Fond, i due principali fondi mutualistici della cooperazione, per 400mila euro. O, ancora, le campagne di crowdfunding di WEY Dolce, per l’efficientamento energetico di alcune strutture sociosanitarie e la sede centrale della cooperativa, che hanno raccolto oltre 1,2 milioni di euro, utilizzati per rendere gli edifici gas free e garantire il massimo benessere ad ospiti e operatori.

Laddove le aziende licenziavano e chiudevano, la cooperativa, nel solo 2021, ha assunto con contratto a tempo indeterminato 239 nuovi lavoratori, che si aggiungono ai 246 del 2020 e ne ha stabilizzati altri 74, 42 dei quali under 36, per il buon funzionamento dei suoi 232 servizi per minori, infanzia, anziani, disabilità e salute mentale, fragilità e sanitari, in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Lazio.

Al 31 dicembre 2021, Società Dolce conta 3.738 lavoratori, l’86,5% donne. L’inclusività, in termini di accesso al lavoro senza discriminazioni sulla base della nazionalità, è evidenziata dalla percentuale di dipendenti di origine straniera, il 14,5% del totale e sono nell’87% dei casi donne.

Nel 2021 sono anche ripartite le attività formative a pieno regime, con 44.389 ore per la qualificazione, la riqualificazione e l’aggiornamento professionale e, già dall’anno 2020 si è incentivata la modalità di lavoro da remoto, lo Smart working, per il personale operativo negli uffici, con 40.200 ore (nel 2020 24.790), usufruite soprattutto dai soggetti più fragili e dai genitori con figli in età scolare.

Nel 2021, l’attività commerciale di Società Dolce è tornata progressivamente vicina ai livelli degli anni pre-pandemia, con la partecipazione a 113 procedure tra gare d’appalto, poject financing, accreditamenti, finanziamenti, progetti europei e nazionali, con il 73% di aggiudicazioni.

Un’azienda sana, ma anche corretta: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti rinnovato a Società Dolce il Rating di Legalità, con il punteggio massimo di tre stellette, per il rispetto della legge e l’allineamento ai più elevati standard etici, sociali e di governance.

E nel bilancio sociale del 2021, Società Dolce riporta un nuovo dato: il Gender Pay Gap, il divario retributivo di genere, la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini, a parità di competenze e mansioni, che oggi si assesta a +5.

Un dato solo in apparenza negativo, se comparato al +6 dell’Italia, al +14 dell’Europa e, secondo il rapporto biennale Global Wage Report dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, al 20% su scala mondiale: “Uno degli obbiettivi del 2022 è far sì che il vantaggio retributivo a favore degli uomini si abbatta e raggiunga lo zero”, ha detto Pietro Segata, presidente e direttore generale di Società Dolce.

 

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