La Cooperativa CIDAS ribadisce la propria posizione: mentre la missione umanitaria “Flotilla” è stata intercettata in mare dalle autorità israeliane, con ampia eco internazionale e reazioni anche in Italia, è importante ricordare che il cuore del nostro impegno non sta nel dibattito politico, ma nel lavoro professionale e coordinato di accoglienza e tutela delle persone in fuga da guerre e crisi umanitarie, sempre in collaborazione con le istituzioni. Il nostro compito quotidiano è costruire risposte responsabili sul territorio, riducendo tensioni e incomprensioni sociali attraverso servizi di qualità, mediazione e presa in carico multidisciplinare.
Cosa fa CIDAS
Nel SAI (Sistema Accoglienza e integrazione) metropolitano di Bologna, in rete con ASP e Comune di Bologna, CIDAS accoglie 45 persone palestinesi, tra cui 26 minori. La presa in carico comprende diverse iniziative, tra le quali:
- Cabina di regia settimanalecon gestori, volontari per Gaza, Croce Rossa Italiana, personale sanitario e comunità islamica locale;
- Gruppo di parola per donnefacilitato da una psicologa/etnopsicoterapeuta e mediatrice araba;
Nel 2024–2025 CIDAS ha inoltre: sostenuto aiuti umanitari tramite organizzazioni internazionali (es. Save the Children); realizzato momenti di formazione e testimonianza diretta per il personale e consolidato la rete con Croce Rossa Italiana, che continua a denunciare la gravità della situazione umanitaria a Gaza.
Le proposte
- Corridoi umanitari e accessi protettiagli aiuti, in raccordo con le autorità italiane, europee e con gli organismi internazionali competenti.
- Valutare a livello UEl’attivazione di strumenti di protezione immediata e temporanea per i civili in fuga da Gaza, prendendo a riferimento i meccanismi straordinari già applicati in Europa in altri contesti (es. Ucraina).
- Rafforzare il sistema SAIsul piano qualitativo e quantitativo, per rispondere con prontezza ai bisogni di chi cerca protezione, riducendo conflitti e pressioni sociali nei territori.
- Standard comuni di presa in carico(sanitaria, psicologica, legale, lavorativa) con task force miste pubblico–privato sociale e cabine di regia territoriali stabili, estendendo i modelli già in atto nel territorio di Bologna.
Chi lavora nell’accoglienza non agisce per etichette ideologiche: opera per dovere civico e professionale, nel rispetto della legge e della dignità umana. È un lavoro che tiene insieme le comunità, prevenendo tensioni e favorendo integrazione, sicurezza e coesione sociale.
Con le parole del Presidente, Daniele Bertarelli: “Mai come ora sentiamo il dovere di essere al fianco delle istituzioni e degli organismi internazionali: con competenze specifiche e lavoro quotidiano garantiamo supporto continuo e accoglienza a chi fugge dalle guerre. Chiediamo canali umanitari sicuri, strumenti di protezione adeguati e un sistema di accoglienza all’altezza delle sfide: al centro, sempre la persona.”