CAGLIARI, “L’ALBERO DEI FILI ROSSI”: ECCO IL PRIMO CENTRO DIURNO AD ALTA INTENSITÀ EDUCATIVA DELLA SARDEGNA

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Parole chiave: accoglienza, partecipazione, radici, bellezza. E famiglia, intesa come diritto di ogni bambino e bambina a crescere in un contesto di cura e benessere.

L’Albero dei Fili Rossi è una Comunità Educativa Partecipata. BASE è un Centro Diurno Familiare ad Alta Intensità Educativa. Entrambi sono due servizi del Panta Rei Sardegna cooperativa sociale e sono stati inaugurati il 27 febbraio 2025.

Sia l’Albero dei Fili Rossi che BASE sono sostenuti e finanziati dalla Fondazione di Sardegna e dal Banco di Sardegna.

L’Albero dei Fili Rossi è una Comunità Educativa residenziale che si trova nel centro di Cagliari, immersa nel tessuto urbano e sociale della città. Risponde all’obiettivo di mettere in sicurezza i bambini e le bambine da condizioni di vita pregiudizievoli e contemporaneamente di collaborare con i servizi di tutela nel ricostruire le condizioni per un rientro in famiglia. Può accogliere sino a 8 bambini, di norma tra i 5 e i 12 anni, in forma residenziale.

Nell’Albero dei Fili Rossi i bambini e le bambine accolti sperimentano modalità nuove di entrare in relazione, costruiscono ulteriori modalità di vivere la vita sociale, possono far decantare una situazione di sofferenza, avere uno spazio di crescita e di rafforzamento della propria identità.

Come una palestra, la comunità prepara i bambini e le bambine ad un “altrove” che, sulla base delle storie di vita personali, potrà assumere la forma: dell’affido familiare; della riunificazione in famiglia, anche allargata; dell’accoglienza in altre realtà, come ad esempio le comunità di tipo familiare, a seconda dei bisogni riconosciuti.

Marta Chessa e Bianca Ingletto, amministratrici del Panta Rei Sardegna coop. soc., spiegano quale è il senso ultimo di questo lungo lavoro di progettazione e realizzazione de L’albero dei fili rossi: “La permanenza del bambino in comunità è strettamente legata al percorso educativo del bambino; della famiglia si occupano i Servizi territoriali e noi li affiancheremo nel farlo affinché, laddove possibile, il bambino possa rientrare in famiglia o comunque rimanere in comunità per il solo tempo del suo progetto educativo. Qualora invece il bambino per diverse ragioni non potesse rientrare in famiglia di origine, ecco che la comunità può attivarsi per promuovere l’affido. Lavoreremo per il diritto dei bambini ad avere una famiglia”. Ricordiamoci infatti che solo nella città di Cagliari, secondo gli ultimi dati del Bilancio Sociale, su più di 400 bambini e ragazzi inseriti nelle Comunità di accoglienza solo meno di 20 sperimentano situazioni di accoglienza in affido familiare. In generale, in Italia per circa il 26 % dei 23.122 bambini e ragazzi che vivono fuori dalla propria famiglia i tempi di permanenza in struttura sono superiori a 2 anni (dati al 31/12/2020, forniti dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, intitolata “La tutela dei minorenni in comunità”, ottenuti grazie ai rapporti forniti dalle Procure minorili). Le fasce di età (sul numero totale di ospiti) 11-13 anni e 6-10 anni registrano numeri significativi (rispettivamente 14% e 15%).

Cuore della metodologia è l’approccio partecipativo. L’Albero dei Fili Rossi è una comunità partecipata perché crede fermamente che la valorizzazione delle figure familiari e delle reti sociali dei bambini e delle bambine, nonché la collaborazione con loro, sia il perno attorno al quale si realizza l’intero progetto educativo, sia in previsione del rientro, sia in caso di altre scelte. Mette al centro il bambino e il suo diritto ad esprimere il proprio punto di vista sul suo progetto di aiuto sia educativo che di tutela. Un portavoce indipendente (advocate) ascolta la voce dei bambini e favorisce la loro partecipazione alla costruzione degli interventi e del loro progetto di vita. Attraverso l’Advocacy gli operatori della comunità hanno la possibilità di costruire percorsi di aiuto maggiormente efficaci e calibrati sui reali bisogni e opinioni dei più piccoli, e allo stesso tempi di poter leggere i propri servizi anche con gli occhi dei loro beneficiari.

Il Centro Diurno ad Alta Intensità Educativa BASE è invece una innovazione assoluta per la Regione Sardegna. Come afferma Marta Chessa “la Legge Regionale 23 del 2005, che regolamenta le strutture sociali e sanitarie in Sardegna, infatti, non prevede i Centri Diurni ad Alta Intensità Educativa, ma solo l’alta intensità terapeutica sul fronte sanitario, e i centri di aggregazione o le comunità semiresidenziali sul fronte sociale. BASE invece si basa sull’alta intensità, che è data dal rapporto operatore-bambini analogo a quello delle comunità educative (1 a 5), rafforzata dalla contestuale presenza di massimo di 10 bambini”.

In BASE la permanenza dei bambini parte dall’uscita da scuola sino alle 19 (eventualmente estendibile alla cena) passando per i compiti, l’attività sportivo e/o culturale, le attività congiunte con i genitori. La mattina è invece dedicata agli incontri di rete con la Scuola e con i Servizi ma anche alla scuola parentale, qualora il progetto partecipato lo preveda. Altra caratteristica specifica del Centro Diurno ad Alta Intensità Educativa è l’affiancamento al ruolo genitoriale. Ogni inserimento infatti ha come requisito la costruzione di un progetto partecipato con servizi, famiglia e operatori del Centro nel quale la famiglia si impegna a partecipare alle attività congiunte con i figli.

Ricordiamoci, dice Bianca Ingletto, che “BASE combina la buona prassi della cooperativa La Casa davanti al Sole di Varese (oggetto più di 10 anni fa di un investimento da parte della Fondazione Cariplo) con l’esperienza dei Gruppi ad Alta Intensità Educativa maturata dal Panta Rei Sardegna nell’ambito del progetto Outsiders finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini”. La valutazione condotta dalla Fondazione Zancan nell’ambito del precedente Progetto Outsiders mostra che i miglioramenti sulle bambine e i bambini seguiti con l’Alta intensità educativa sono enormi: +45% nelle competenze relazionali con i pari, + 41% sulla fiducia in sé e autostima, + 29% sul rendimento scolastico, + 21% sul rispetto delle regole, mentre le famiglie beneficiano di un miglioramento generale (es. fiducia nelle proprie risorse: + 41 %, conciliazione dei carichi familiari +33%).

Sono molti i fili rossi che legano la Comunità educativa il Centro Diurno, dicono Ingletto e Chessa: “Il primo è il diritto di ogni bambina e bambino ad avere una famiglia e ad essere protagonisti dei loro progetti di aiuto”. Sia l’Albero dei Fili Rossi che BASE lavorano perché i bambini e le bambine possano “ritrovare le proprie radici” per poter far ritorno alla propria famiglia, o poter avere una nuova famiglia senza “fare fuori” il passato.

“Entrambi poi, mettono al centro l’ascolto e il diritto di parola dei bambini e delle bambine”: l’Advocacy è lo strumento che entrambi i servizi adottano per ascoltare la voce dei bambini e promuovere la loro partecipazione nella costruzione dei loro progetti di aiuto, siano essi educativi che di tutela.

“Infine sia l’Albero dei Fili Rossi che BASE sposano una prospettiva comunitaria, nell’idea che i progetti di aiuto sono efficaci quanto più sono capaci di riattivare le naturali reti di fronteggiamento dei bambini e delle famiglie e la responsabilità educativa delle comunità”. Per questo entrambi promuovono la solidarietà familiare: affido culturale, affiancamento familiare, sensibilizzazione all’affido, auto mutuo aiuto.

C’è un ulteriore filo rosso che lega BASE all’Albero dei Fili Rossi: “BASE può facilitare l’inserimento in comunità, garantendo un contesto protetto in cui genitori e figli possono prepararsi al distacco, in un’ottica evolutiva. Così come può essere il servizio che accompagna le famiglie nel processo di ricongiungimento, quando il bambino conclude un percorso comunitario”.