All’improvviso arriva una pandemia. Tutto chiude. La vita si congela. Come spieghi a degli adolescenti quello che sta succedendo?
Come spieghi che non possono uscire, che non possono vedere le loro famiglie, che non possono vedere gli amici e che devono troncare di netto quelle che erano le loro abitudini?
Noi lo facciamo, o almeno ci proviamo. Cerchiamo di far sorridere i ragazzi nonostante il momentaccio.
All’improvviso abbiamo cambiato tutte le nostre abitudini e tutte le nostre strategie lavorative.
In questi giorni di crisi non siamo solo educatori ma anche “animatori sociali”, cercando di trasformare le “vacanze forzate” in opportunità di riflessione e momenti di gioco.
Le giornate iniziano con le video lezioni al mattino, al pomeriggio compiti e quindi divertimento con attività ricreative. I ragazzi si lasciano andare, esprimono le loro abilità artistiche e la loro creatività, accettando le restrizioni che la situazione impone.
Non dimentichiamoci poi l’attività fisica! Tutti insieme, tre volte a settimana nei nostri spazi aperti, ci alleniamo per rimanere in forma in vista dell’estate!
Noi Educatori di comunità ci sentiamo a volte come un’entità indefinita, facciamo un lavoro che molti definiscono bello, pesante, importante, quasi “una vocazione”.
Non è facile lavorare ogni giorno, siamo stanchi, preoccupati ma non molliamo nonostante i rischi.
Noi facciamo la nostra parte, facciamo il nostro, facciamo quello che fanno gli educatori: ESSERCI.
E cerchiamo ogni giorno di trasmettere la nostra forza ai ragazzi anche se, alla fine, sono loro la NOSTRA FORZA!
(articolo cura del Gruppo di Lavoro della Comunità Educativa “La Casa Ritrovata”)

